Ramon Català è nato nel 1961 in Spagna e ha lavorato come preparatore atletico e collaboratore tecnico per grandi squadre come il Real Saragozza o l’Espanyol di Barcellona. Da poco più di dieci mesi è in Nicaragua per lavorare con la nazionale.
Nel mio viaggio pallonaro intorno al mondo sono andati a trovarlo. Il più grande Paese dell’America Centrale ha una delle nazionali di livello più basso, della zona e del mondo intero.
La classifica Fifa è impietosa e li piazza al 158° posto del ranking, alla pari con il Bangladesh e dietro a nazionali come le Maldive o il Vietnam, con 0 punti ottenuti nel 2013, e al 25° del Centroamerica.
Infrastrutture per il calcio fatiscenti, poche partite disputate e scarso appoggio mediatico, inseriti in un contesto sociale di malnutrizione e povertà, spiegano lo stato di questo sport in Nicaragua.
Ramon ha accettato di fare una chiacchierata con me.
Raccontami un po’ di te.
“Sono un tecnico spagnolo che ha lavorato in vari Paesi, ma soprattutto in Spagna. Ho potuto entrare in contatto con ottimi allenatori, probabilmente tra i migliori: Johan Cruyff, Ernesto Valverde e Lotina.
Ho avuto anche la fortuna di allenare giocatori di alto livello, titolari nelle rispettive nazionali, provenienti da tutte le nazioni: Zabaleta, Osvaldo , Kily Gonzalez, Savio , Milito , Milosevic, Paolo Sousa, Pauleta , Tamudo ,De La Peña, Cañizares. Ce ne sarebbero molti altri ancora, spero mi perdoneranno se non li menziono, ma in quasi ventidue anni di professione ne ho visti a centinaia.
I miei compiti sono stati di responsabile del settore atletico, della preparazione fisica e di assistente tecnico”.
Come sei arrivato in Nicaragua?
“Stavo lavorando in Bulgaria al Litex Lovech, con l’inimitabile Hristo Stoichov, quando la società si trovò senza fondi, per i problemi con la giustizia del suo presidente . Enrique Llena , spagnolo come me e allenatore del Nicaragua, mi ha dato l’opportunità di venire qui a lavorare con le squadre nazionali (la maggiore, l’Olimpica e l’Under 20 maschile). Mi piaceva molto l’idea di conoscere un calcio diverso; non immaginavo che fosse così diverso da quello europeo . Sono qui da dieci mesi e la gente del posto mi ha trattato molto bene”.
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Ramón Català y el fútbol en Nicaragua