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Parole di calcio di Emanuele Giulianelli (@EmaGiulianelli)

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La Costa d’Avorio, reportage su Il Messaggero

Da Il Messaggero di oggi, 2 dicembre.

raf2Flavio Raffo è un allenatore italiano: nato a Roma nel 1972, ha giocato negli Allievi della Roma per poi passare alla Lucchese, al Cosenza, al Pomezia e al Potenza. E’ stato allenatore all’Anziolavinio e al Pomezia. Poi parte per la Costa d’Avorio, Paese d’origine della moglie: allena l’Africa Sports National di Abidjan e, in seguito, lavora per tre mesi come collaboratore dell’attuale ct della nazionale Sabri Lamouchi.

Lamouchi è in discussione e potrebbe essere esonerato: perché?
“La stampa, le televisioni e i tifosi non lo vogliono sulla panchina della nazionale perché lo considerano un principiante. Il nome che viene invocato a gran voce è quello di Zahoui. Il Presidente federale Diallo difende a spada tratta il ct che ha ottenuto la qualificazione ai Mondiali, ma non si sa quanto potrà resistere”.

Quali sono, secondo lei, i limiti che impediscono a una squadra come quella ivoriana di ottenere risultati importanti?
“A livello individuale credo che la Costa d’Avorio sia dietro solo ad Argentina, Brasile, Italia e Spagna. Il primo problema è che il portiere Barry non è adatto per difendere una nazionale che abbia delle ambizioni. Il secondo è di mentalità. Quando lavoravo nello staff di  Lamouchi mi arrabbiavo per come venivano gestiti i ritiri: l’albergo dove alloggiava la squadra era un continuo viavai di donne bellissime e di parenti. Manca professionalità”.

Parliamo di Drogba: più che un mito in Costa d’Avorio.
“Nel suo Paese è visto come un padre, ma anche come un padrone. Anche in nazionale. Ci sono troppe pressioni intorno a lui che rischia di diventare un peso, più che una risorsa, per la squadra. In nazionale rende il 30% di quanto fa con il suo club”.

Ma non è tutto. A febbraio 2012 Drogba ha sbagliato un rigore nei supplementari della finale della Coppa d’Africa, poi persa ai rigori, contro lo Zambia.
“Confrontando quel tiro con quello realizzato nella finale di Champions League contro il Bayern si capisce quale sia il vero freno di Didier. Dal 2010 la Costa d’Avorio è stata dilaniata da una sanguinosa guerra civile. I miliziani di Ouattara, l’attuale Presidente, radono al suolo il villaggio di Drogba, quello dove è nato e dove vive la sua famiglia. Non vuole vedere quei miliziani e Ouattara festeggiare un trofeo che lui ha fatto loro conquistare”.

Come vede la squadra in prospettiva mondiale?
“Può essere la sorpresa della competizione. Gli servirebbe giocare in modo diverso,stare più dietro ad aspettare per
favorire le folate sulle fasce di Kalou e Gervinho: se si ostinano ad investire sul possesso della palla, rischiano sempre di rimanere intasati a centrocampo».”.

Gervinho?
“Insieme a Romaric e Kalou è uno dei leader indiscussi della squadra, tralasciando Drogba. In Costa d’Avorio è famosissimo, è uomo immagine di una delle più importanti ditte di telefonia. Lui e Kalou sono gli uomini chiave per il gioco della nazionale: se il ct saprà sfruttare le loro folate, ai Mondiali ne vedremo delle belle!”

Emanuele Giulianelli

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