la bottega del calciofilo

Parole di calcio di Emanuele Giulianelli (@EmaGiulianelli)

Archivi per il mese di “aprile, 2013”

Serie B fucina di talenti

Emanuele Giulianelli (@EmaGiulianelli) ha twittato alle 7:10 PM on mar, apr 30, 2013:
La #serieb continua a essere fucina di talenti: su Jorginho del Verona, dopo il Milan, piomba il Chelsea. Offerti 7 mln £.
(https://twitter.com/EmaGiulianelli/status/329281528913854465)

E su Zaza punta il Psg.

Vigevano-Fiorentina 1-0

Fiorentina 1938-39

Fiorentina 1938-39

Non si tratta di calcio estivo, di una di quelle amichevoli agostane piene nelle quali la grande squadra è ancora imballata dai carichi di lavoro del ritiro e la volenterosa sparring partner della montagna fa la partita della vita e strappa il risultato da raccontare ai nipoti.
E’ una partita vera. Si è disputata quando l’Europa era sull’orlo dell’abisso, pochi giorni prima dei “provvedimenti per la difesa della razza italiana” messi in atto dal regime fascista e della “notte dei cristalli” in Germania.
Ma in quel 7 novembre del 1938 si poteva ancora pensare al pallone, o forse era doveroso farlo per non pensare a quanto stava avvenendo. Evasione? Sì, ma innocente come canterà Lucio Battisti.
E il Vigevano, contro ogni pronostico, batte per 1-0 la Fiorentina nell’ottava giornata del campionato di Serie B. I viola erano precipitati tra i cadetti dopo la pessima annata 1937-’38 conclusa all’ultimo posto, con soli 15 punti all’attivo.
Torneranno, comunque, in A al termine del campionato; il Vigevano, invece, che tra le sue file annoverava anche il fiumano Ernesto Attilio Kossovel, detto “Attila”, che ha giocato tre stagioni nel Milan, terminerà dodicesimo.

Ecco il tabellino di quella partita:

Vigevano: Gori; Zanello, Grugnetti, Cavigliani, Calzolari, Buila, Sudati, Porcelli, Zecchi, Ussello, Kossovel.
Fiorentina: Griffanti; Poggi I, Magli, Cuffersin, Poggi II, Michelini, Menti II, Grolli, Di Benedetti, Celoria, Vecchi.
Arbitro: Rosso di Torino.
Marcatore: 4′ Porcelli.

Pasculli: intervista esclusiva

pasculli-pedro-pabloC’era da aspettarselo. Dopo il successo strepitoso del pezzo su Pedro Pablo Pasculli, il suo gol al Messico e la Serie B con il Lecce ecco l’intervista all’indimenticato bomber campione del mondo.

Una vera chicca per calciofili, pubblicata su “Stromberg non è un comodino”, la rubrica che curo per Tuttocalciatori.net.

Ecco il link all’intervista:
ESCLUSIVA Pasculli: “Io e Barbas abbiamo lasciato il segno nella storia del Lecce”

 

Cagliari: l’inaugurazione del Sant’Elia

unionesarda

Is Arenas a Quartu Sant’Elena? Addirittura il Nereo Rocco a Trieste?
Il Cagliari non ha più dimora e la matassa è ancora ben lungi dall’essere dipanata. Non so cosa succederà; ma, da calciofilo, voglio regalare un pezzo di storia.

Un video davvero storico: sabato 12 settembre 1970 si inaugura lo Stadio Sant’Elia, casa del Cagliari fresco Campione d’Italia, che ospiterà tra le sue mura anche le sfide di Coppa dei Campioni.
L’occasione è la terza giornata del gruppo I del primo turno di Coppa Italia. L’avversario dei rossoblù è la Massese, neopromossa in Serie B.
I bianconeri toscani nulla possono contro la corazzata sarda e il suo bomber inarrestabile, Gigi Riva e perdono 4-1.

Ecco il tabellino di quella sfida:

Cagliari: Albertosi; Martiradonna Mancin; Cera Niccolai Tomasini (69′ Brugnera); Domenghini Nenè Gori Greatti Riva. All.: Scopigno.

Massese: Violo (65′ Michelini); Palù Gassin; Nimis Oddi Zana; Colombo Agostini Menconi (63′ Ciruel) Del Barba Albanese. All.: Viviani.

Arbitro: Stagnoli di Bologna.

Reti: 15′ Riva, 44′ Gori (rig.), 52′ Zana (aut.), 58′ Albanese (Massese), 83′ Riva.

Vinicio Viani: un record di Serie B

Vinicio Viani

Vinicio Viani

Mentre i giornali italiani raccontano di Zico sempre più vicino all’Udinese, di un’amichevole fissata con il Flamengo e di Causio che si spende personalmente per convincere l’avversario dell’epica partita tra Italia e Brasile ai Mondiali di Spagna ad accettare l’offerta della squadra friulana, mentre impazza il calciomercato con il Pisa che cerca di strappare all’Ajax il gioiello Wim Kieft e il Genoa si aggiudica Eloi, in un trafiletto di spalla a pagina 24 del quotidiano La Stampa, il 21 giugno 1983, troviamo scritto “Vinicio Viani morto a Viareggio”.

Un nome che forse non dirà molto ai più, anche ai calciofili più esperti, ma che ha significato davvero tanto per la storia del calcio italiano. Nato a Viareggio nel 1913, cresce con la squadra della sua città fino a fare il suo esordio nel 1931 in Prima Divisione, l’attuale Lega Pro.

Con i bianconeri disputa due ottime stagioni, mettendo a segno 26 reti in 34 partite e contribuendo in maniera decisiva alla promozione della sua squadra in Serie B,  dopo lo spareggio con la Lucchese vinto proprio grazie a una doppietta di Vinicio che ribalta l’iniziale vantaggio di Montaldo.

I gol di “Garone” (il soprannome di Vinicio) gli valgono l’ingaggio da parte della Fiorentina: in maglia vila esordisce in Serie A e gioca per due stagioni ad alto livello. Da lì, parte per Lucca dove ha inizio il suo feeling con il campionato di Serie B che lo fa passare alla storia. Con la Lucchese, infatti, mette a segno 34 reti in una stagione con le quali straccia il precedente record di categoria realizzato l’anno precedente da Marco Romano del Novara con 30 marcature. Torna a Firenze in A, ma è solo una parentesi di due anni. Ormai è chiaro che Viani è un bomber di Serie B, nel senso più bello del termine. Campionato 1939-40: rimane in Toscana, a Livorno, e in una sola stagione realizza 35 reti in 31 partite.

E’ record assoluto. Maggior numero di gol in un campionato tra Serie A e B e, soprattutto, miglior media gol in assoluto (1,13 reti a partita): meglio anche di quell’Antonio Valentin Angelillo le cui 33 reti in 33 partite tanto decantato dalla letteratura sportiva di ogni tempo.

Se ne andato in silenzio, in quel giorno di giugno, come in silenzio ha stabilito un record destinato a durare chissà per quanto ancora. Un record di Serie B.

Pasculli, Campione del mondo in Serie B

Pasculli e il ct Bilardo ai mondiali 1986

Pasculli e il ct Bilardo ai mondiali 1986

Estadio Cuauhtémoc, Puebla: 110 km da Città del Messico. Fa un caldo bestiale: è il 16 giugno 1986.
Per gli ottavi di finale della Coppa del Mondo di calcio si affrontano l’Argentina di Diego Armando Maradona e l’Uruguay di Enzo Francescoli. Il tecnico Bilardo schiera i suoi con Pumpido in porta; Brown, Cuciuffo, Garré e Ruggeri in difesa; Sergio Batista mediano, Burruchaga e Giusti interni con Maradona a dispensare fantasia e genio alle spalle di Valdano e di Pasculli.
Proprio quest’ultimo realizza al 41′ la rete decisiva per la vittoria degli argentini, che passano il turno. Superano anche l’Inghilterra (nella famosa sfida con i due gol di Maradona), il Belgio e la Germania Ovest nella finalissima.
L’Argentina è Campione del mondo.
Pasculli gioca in Italia, a Lecce, e con i salentini è retrocesso dopo il campionato di Serie A 1985-86.

Figurina di Pasculli campionato di Serie B 1986-87

Figurina di Pasculli campionato di Serie B 1986-87

Non cede alle lusinghe di molte squadre e decide di rimanere in Puglia, per dimostrare ai tifosi giallorossi il suo valore dopo un’annata disgraziata: così nel 1986-87 si trova a disputare il campionato di Serie B da Campione del mondo.
Diventerà una bandiera del Lecce, un idolo della tifoseria.
Un calciatore d’altri tempi.

Atene brucia: AEK retrocesso per la prima volta

Traianos Dellas con la maglia del Perugia

Traianos Dellas con la maglia del Perugia

Una sfida da dentro o fuori, senza prove d’appello: la partita tra AEK Atene e Panthrakikos metteva di fronte le due penultime della Super League, la massima divisione ellenica, con in palio un biglietto per l’inferno, una retrocessione in quella che in Grecia si chiama Football League, la ex Beta Ethniki, che in Italia fa rima con Serie B.
I gialloneri della capitale, a due giornate dal termine, avevano l’imperativo di vincere per evitare la prima retrocessione di una storia gloriosa che parla di 11 titoli nazionali e 14 Coppe di Grecia, di un onesto trascorso nelle Coppe europee, di grandi giocatori transitai sotto il Partenone, come Rivaldo. Non ce l’hanno fatta.

Il 10 aprile Traianos Dellas, che tutti i calciofili ricorderanno come lo scultoreo difensore che trascorse un anno in Umbria con la maglia del Perugia e tre nella Roma, era stato chiamato dalla società sull’orlo del tracollo finanziario per sostituire l’esonerato Ewald Lienen, il tedesco che era riuscito a portare il Panionios in Europa, e tentare l’impossibile.
E impossibile si è rivelata l’impresa. Partita serrata, con epilogo drammatico: sullo 0-0 (risultato che avrebbe rinviato qualsiasi verdetto all’ultima giornata) una sfortunata autorete di Bougaidis portava in vantaggio il Panthrakikos e scatenava il finimondo: i tifosi dell’AEK invadevano il campo di gioco, costringendo alla fuga negli spogliatoi i calciatori. Iniziava la caccia al giocatore, fuggi fuggi, spranghe di ferro e mazze, lacrimogeni sparati dalla polizia, scontri violenti nei quali resta ferito un giornalista televisivo. Le squadre rimanevano chiuse dentro per ore, con i dirigenti dell’AEK che chiedevano all’arbitro di poter riprendere la partita, per evitare quello che sapevano essere inevitabile: la mano pesante della giustizia sportiva.

Il verdetto è stato severo, ma emblematico: AEK sconfitto per 3-0 a tavolino con 3 punti di penalizzazione in classifica e due da scontare nel prossimo campionato di Football League. Il primo, amarissimo, della sua storia.

1938: derby in finale di Coppa Italia

1938: la Juventus riceve la sua prima Coppa Italia

1938: la Juventus riceve la sua prima Coppa Italia

Maggio 1938: da un paio di mesi Adolf Hitler ha mostrato i muscoli annettendosi l’Austria, mentre il calcio si prepara alla Coppa del Mondo che si disputerà a giugno in Francia.
L’Ambrosiana (autarchico nome dell’Inter) di Annibale Frossi, di Giuseppe Meazza, di Ferraris I e II, si è laureata campione d’Italia il 24 aprile, superando, nell’ordine, la Juventus, il Milan, il Genova 1983 (Genoa) e il Bologna dal quale ci si sarebbe aspettato un risultato migliore. Campionato incerto fino all’ultimo, visto che le prime sette squadre lo hanno terminato racchiuse in soli cinque punti: Ambrosiana 41, Roma e Triestina 36.

L’ultimo atto della stagione calcistica italiana, prima che i nazionali si ritrovino con il commissario tecnico Vittorio Pozzo per la spedizione francese (che sarà vittoriosa) è la doppia finale di Coppa Italia che vede di fronte la Juventus e il Torino, per un derby della Mole che vale molto di più della supremazia cittadina. I bianconeri sono arrivati alla sfida decisiva eliminando, nell’ordine, l’Aquila, l’Alessandria, l’Atalanta, con un sonoro 6-0, e l’Ambrosiana in una tiratissima semifinale con il punteggio di 2-0. I granata, invece, hanno superato lo Spezia, il S.I.A.I. di Sesto Calende ai tempi supplementari, il Brescia nei quarti e il Milan.

L’articolo continua su “Stromberg non è un comodino”: LINK

Ps non è stato l’unico derby in finale di Coppa Italia (vedi Milan-Inter del 1977) ma il primo.

Cardiff promosso in Premier: una questione di colori

Il pareggio contro il Charlton Athletic regala la promozione in Premier League ai Bluebirds di Cardiff. In maglia rossa.

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L’ultima volta che il Cardiff ha disputato la Prima Divisione inglese è stata nel lontano 1961-62, quando non bastarono i 18 gol del bomber gallese Dai Ward per evitare alla squadra il penultimo posto, davanti solo al Chelsea, e la retrocessione. Ieri sera, dopo il pareggio per 1-1 in casa contro il Charlton Athletic, l’apoteosi: sette punti di vantaggio sugli arancioni dell’Hull City e ben tredici sul Watford di Zola e degli italiani a tre giornate dal termine, un campionato dominato dall’inizio alla fine senza il minimo accenno di flessione e la promozione, meritatissima, nella massima divisione del campionato inglese che dal 1992 ha assunto il nome di Premier League.

Il Cardiff, infatti, non ha mai preso parte al campionato nazionale gallese, scegliendo di confrontarsi con i più forti team inglesi e portando, così, i colori della propria nazione in uno dei campionati più importanti del mondo. Il problema, però, è proprio cromatico.

L’articolo completo è pubblicato su Tuttocalciatori: LINK

L’ultima volta dell’Alessandria in Serie B

L’ultima stagione dei grigi in Serie B: la squadra allenata da Sergio Castelletti a cui subentra Anselmo Giorgelli a stagione in corso, si piazza al sedicesimo posto in classifica condiviso con Avellino e Reggiana.
Proprio contro gli emiliani a Milano, il 26 giugno 1975, l’Alessandria disputa lo spareggio per rimanere in B.
Vince la Reggiana per 2-1 con i gol di Francesconi e Passalacqua, con il momentaneo pareggio di Giampiero Dalle Vedove.
E la squadra che ha fatto esordire Gianni Rivera in A saluta la Serie B.

Questa la formazione dell’Alessandria scesa in campo per lo spareggio:
Pozzani, Vanara (56’ Baretta), Unere, Reja, Barbiero, Maldera II, Manueli, A.Volpato, Baisi, Dalle Vedove, Mazzia.

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