Parla GabiGol «Il mio amico Neymar m’aspetta al Barcellona»
La mia intervista esclusiva a Gabriel Barbosa Almeida, da ExtraTime de La Gazzetta dello Sport del 18 febbraio 2014
A 17 anni è già nella storia per aver firmato il gol n.12.000 del Santos. Ambidestro, più potente dell’ex compagno, sogna di raggiungerlo presto: ci sarebbe già un’opzione
Il Santos è la squadra che ha segnato più gol al mondo: cifre vertiginose per la formazione che fu di Pelé, e record assoluto raggiunto pochi giorni fa. Nel gennaio del 1998 Jorginho realizza il gol numero 10.000 in competizioni ufficiali, risultato mai raggiunto da nessuna squadra al mondo; a ottobre del 2005 tocca all’attaccante Geilson, che all’epoca piaceva al Milan, realizzare l’11.000. E sabato 1 febbraio 2014, nella vittoria per 5-1 sul Botafogo, il 17enne Gabriel Barbosa disintegra il muro delle 12.000 reti segnate dal Santos nella storia (firmando una doppietta). Nessuna squadra al mondo ha fatto meglio. Gabriel Barbosa Almeida, detto Gabigol, è già considerato in patria come l’erede di Neymar nel Peixe : compirà 18 anni il 30 agosto e molti sono pronti a scommettere che può fare ancora meglio del talento ora al Barcellona, vista la maggiore potenza fisica e l’esplosività. Gabriel è cresciuto nelle giovanili del San Paolo, dove si è messo in luce per la capacità realizzativa: il Santos ha vinto la concorrenza di molte squadre, brasiliane ed europee, e si è accaparrato la stella del futuro dell’attacco verdeoro, facendogli firmare un triennale a settembre del 2012. Ha partecipato all’ultima edizione del Mondiale Under 17, mettendo a segno una rete nella vittoria per 6-1 del Brasile contro i padroni di casa degli Emirati Arabi Uniti. Attaccante rapido e completo, ama partire largo per poi accentrarsi e sfruttare il suo micidiale tiro.
Come ha iniziato a giocare a calcio?
«Ho cominciato a dare i primi calci al pallone quando avevo 8 anni insieme a mio padre, Valdemir Silva Almeida che ha un passato da calciatore proprio nel Santos, ma che abbandonò il calcio a 21 anni per dei problemi a un ginocchio e poi ha lavorato come operaio metallurgico».
C’è una leggenda che gira a proposito: è vero che lei è stato scoperto dal grande Zito, centrocampista due volte campione del mondo col Brasile nel 1958 e 1962 e figura storica del Peixe con 727 presenze?
«Sì, si è accorto di me mentre giocavo una partita di calcio a cinque proprio contro il Santos, segnai 6 gol, nel 6-4 finale».
Le sue origini?
«Sono nato a São Bernardo do Campo, nello Stato di San Paolo, la città di Thiago Motta, Deco e il laziale André Dias. Mi sono trasferito a Santos per giocare a calcio».
Destro o sinistro?
«Calcio indifferentemente con entrambi i piedi».
Quale calciatore è il suo modello?
«Ho sempre guardato con ammirazione Neymar, il mio idolo. Mi è stato molto di aiuto nei miei primi mesi qui al Santos, prima del suo trasferimento in Spagna. L’altro giocatore che apprezzo molto è Cristiano Ronaldo: vorrei assomigliare a entrambi, scrivere pagine di calcio importanti come loro ed entrare nella storia della mia squadra».
Che significato ha per lei aver realizzato il gol numero 12.000 del Santos?
«In questo momento della mia carriera, per me significa tutto. Entrare nella storia del Brasile a 17 anni è meraviglioso: ringrazio Dio per tutto quello che ha fatto nella mia vita, mi affido a lui perché sa quello che fa. Sono molto contento per tutto quello che mi sta accadendo, una sensazione indescrivibile».
Quali sono le sue squadre preferite in Europa?
«Qui ho sempre tifato Santos. Tra le squadre del vecchio continente ho grande simpatia per il Barcellona».
Ha un sogno?
«Un giorno spero di diventare un giocatore del Barcellona. E’ il sogno che ho da quando ero piccolo, me lo porto dentro dal momento in cui ho iniziato a giocare a calcio».
Crede che si potrà realizzare?
«Sì, so che i blaugrana hanno già dimostrato interesse per il mio cartellino».
In effetti la dirigenza del club catalano avrebbe già un’opzione su Gabigol, anche se in ballo c’è una clausola rescissoria di quasi 50 milioni di euro prevista nel contratto dell’attaccante con il Santos. Vedremo se Gabigol meriterà la chiamata dalla Catalogna.
EMANUELE GIULIANELLI
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