la bottega del calciofilo

Parole di calcio di Emanuele Giulianelli (@EmaGiulianelli)

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Batistuta e quel pomeriggio a Parma

FPSG PARMA-ROMA BATISTUTADiciamoci la verità: l’avevamo sempre saputo.
Sì, non avevamo bisogno del risultato del campo: noi già avevamo la certezza che quell’anno sarebbe arrivato il terzo scudetto (detto anche scucetto, vista la maglia sul quale il mitico triangolino tricolore era stato apposto per una stagione) dal momento in cui il Presidente Franco Sensi staccò quell’assegno da 70 miliardi per portare a Roma il bomber della Fiorentina, il Re Leone, Gabriel Omar Batistuta.

Si dice che l’alternativa, nella mente di Sensi, era Pippo Inzaghi, allora ventisettenne e in forza alla Juventus: ma Bati era qualcosa di più di un semplice attaccante. Gabriel era un campione, era l’uomo che sfondava le porte con i suoi siluri: era l’unico in grado di sollevare il morale a una piazza giallorossa demoralizzata dopo la vittoria della Lazio nel campionato appena concluso. A proposito, sto parlando dell’estate del 2000.

E quella certezza inconscia, non detta forse, ma sussurrata nel cuore da ogni tifoso della Roma, iniziò ad assumere una forma più concreta, reale e tangibile, il 4 febbraio del 2001 a Parma. Ultima giornata del girone di andata.
La Roma conclude il primo tempo in svantaggio, per il gol di Marco Di Vaio che aveva gelato la marea di tifosi giallorossi che avevano invaso la città ducale.
E Batistuta prese in mano la partita. Da solo.
Con due tiri, infilati con tutta la potenza di cui disponeva, con tutta la rabbia e la voglia di vincere di un intero popolo che voleva quella vittoria, Batistuta trafigge Buffon e regala i tre punti alla sua Roma.
Quel pomeriggio capimmo. Cosa? Quello che abbiamo sempre saputo.

Tanti auguri per i tuoi 45 anni, Gabriel Omar Batistuta.

Alberto Rivolta nella storia

rivoltaUna partita può cambiare tante cose nella vita. Anche la vita stessa.
In un attimo, nell’intervallo spaziotemporale di novanta minuti, si può passare dall’anonimato alla fama.
E in quattordici minuti da un’onesta carriera di calciatore in provincia a protagonista di una delle più grandi imprese della storia del calcio italiano.

Alberto Rivolta è nato a Lissone, nel 1967. Inizia a giocare a calcio da bambino nella squadra del suo paese, famoso per i mobilifici e a tredici anni entra nelle giovanili dell’Inter.
Difensore, nel 1985 esordisce in Serie A e in tre stagioni colleziona tre presenze, giocando anche in due occasioni in Coppa Uefa.

Il 1987 è l’anno in cui la stella di Alberto sembra destinata a brillare: disputa i mondiali Under 20 in Cile con la maglia azzurra e viene mandato in prestito al Parma in Serie B per consentirgli di giocare una stagione con continuità.
Purtroppo si infortuna gravemente, proprio sul più bello, e gioca solo 5 incontri con gli emiliani.

Nella stagione successiva l’Inter lo manda di nuovo in prestito, sempre tra i cadetti, a Cosenza.
E qui la fortuna gira.
A ottobre la squadra nerazzurra richiama Rivolta alla base dal parcheggio calabrese.

Il 18 giugno 1989, a Torino contro i granata, Alberto è in panchina, insieme al secondo portiere Astutillo Malgioglio, a Fanna, Riccardo Ferri e al mister Giovanni Trapattoni.
Al 76’ il Trap fa togliere la tuta al giovane difensore di Lissone e lo fa entrare in campo al posto di Ramon Diaz. Quattordici minuti per giocare: quattordici minuti per entrare nella storia.

Quella è l’Inter che il 28 maggio dello stesso anno è diventata Campione d’Italia polverizzando ogni record. Quella che fece dire a Dossena “ci fa sentire tutti ridicoli”.

E Alberto Rivolta ha fatto parte di quella squadra: a suo modo è nella storia.
Oggi compie 46 anni. Buon compleanno, Alberto!

“La Roma è da scudetto!” parola di Roberto Sorrentino

SORRENTINOROBERTOpanini1988-89Ospite della Bottega, in vista del posticipo di stasera, è un ex rossoblù d’eccezione: l’ex portiere Roberto Sorrentino.

Il baffuto numero uno ha i colori rosso e blu tatuati a pelle, visto che, oltre a quella del Bologna, ha vestito le maglie di Catania e Cagliari.
Ho scambiato con lui due battute due Roma-Bologna.

Da ex felsineo, come vedi Roma-Bologna di stasera?
“Speriamo in un pari, ma la Roma in questo momento va a mille!”

Ti piace la nuova Roma di Garcia?
“Sì. Potrebbe essere l’anno buono”.

Per lo scudetto?
“Sì!”

E il Bologna che campionato può fare?
“Una stagione tranquilla”.

Infine cosa pensi di Maifredi a Brescia e di quanto sta accadendo, visto che lo hai avuto come tuo allenatore?
“Penso fosse già in partenza una scelta provvisoria e che quindi prenderanno un altro allenatore”.

Emanuele Giulianelli

Il mio scudetto di trent’anni fa

lupoEra l’8 maggio del 1983 e a Genova, pareggiando 1-1 con i rossoblù, la Roma vinceva il secondo scudetto della sua storia.
Ci sarebbero tante cose da dire e da scrivere su quella squadra e su quel campionato, ma ne leggerete talmente tante che vi risparmio le mie. Cosa posso aggiungere, però, che non abbia il sapore del già sentito, del già letto, del banale?
Posso parlarvi del mio scudetto 1983.  Avevo quattro anni ed aprile era nato mio fratello Daniele, un sogno che per me si avverava: avere qualcuno con cui crescere, giocare, dividere sogni e speranze, giocattoli e qualche lacrime, sbucciature in bicicletta e partite a Subbuteo.

E mentre andavo in clinica a trovare mia mamma e mio fratello nei giorni immediatamente successivi alla nascita, un’immagine si stampò nella mia mente e non mi ha più abbandonato: il muro giallo di una casa con un enorme lupetto della Roma dipinto, quello nero con l’occhio rosso per intenderci.
Questo è il mio scudetto di trent’anni fa.

E questi sono i minuti finali della radiocronaca di Enrico Ameri a “Tutto il calcio minuto per minuto” di quel Genoa-Roma .

Cagliari: l’inaugurazione del Sant’Elia

unionesarda

Is Arenas a Quartu Sant’Elena? Addirittura il Nereo Rocco a Trieste?
Il Cagliari non ha più dimora e la matassa è ancora ben lungi dall’essere dipanata. Non so cosa succederà; ma, da calciofilo, voglio regalare un pezzo di storia.

Un video davvero storico: sabato 12 settembre 1970 si inaugura lo Stadio Sant’Elia, casa del Cagliari fresco Campione d’Italia, che ospiterà tra le sue mura anche le sfide di Coppa dei Campioni.
L’occasione è la terza giornata del gruppo I del primo turno di Coppa Italia. L’avversario dei rossoblù è la Massese, neopromossa in Serie B.
I bianconeri toscani nulla possono contro la corazzata sarda e il suo bomber inarrestabile, Gigi Riva e perdono 4-1.

Ecco il tabellino di quella sfida:

Cagliari: Albertosi; Martiradonna Mancin; Cera Niccolai Tomasini (69′ Brugnera); Domenghini Nenè Gori Greatti Riva. All.: Scopigno.

Massese: Violo (65′ Michelini); Palù Gassin; Nimis Oddi Zana; Colombo Agostini Menconi (63′ Ciruel) Del Barba Albanese. All.: Viviani.

Arbitro: Stagnoli di Bologna.

Reti: 15′ Riva, 44′ Gori (rig.), 52′ Zana (aut.), 58′ Albanese (Massese), 83′ Riva.

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